Ultimamente lo Spritz è diventato uno degli aperitivi più diffusi, anche nella nostra regione, ma pochi sanno che il Vermouth è nato decisamente prima e, anche se non è un’invenzione prettamente piemontese, la sua produzione industriale è iniziata proprio in pieno centro a Torino.

Questo vino aromatizzato, oggi alla base di moltissimi cocktail, come il Martini, l’Americano, il Manhattan e il Negroni, ha un’origine antichissima e dal 2017 può vantare una certificazione d’identificazione geografica, che lo tutela e lo valorizza a livello internazionale.

La storia del Vermouth dalla sua invenzione a oggi

La produzione del Vermouth venne industrializzata per la prima volta nel 1786 da Antonio Benedetto Carpano, il quale decise di chiamare il suo prodotto in questo modo, traendo ispirazione dal termine tedesco Wermut, che identifica ancora oggi l’artemisia maggiore.

La prima bottega venne aperta in pieno centro a Torino, sotto i portici di Piazza Castello, e nel 1946 la sede dell’azienda venne spostata nell’ex Palazzo Asinari di San Marzano, un edificio secentesco molto suggestivo e affascinante.

In realtà, Carpano si rifaceva a una tradizione ben più antica. Sembra infatti che già Ippocrate amasse sorseggiare un vino molto simile, chiamato ippocrasso, che veniva preparato in Grecia e nell’Antica Roma con spezie, miele e altre erbe profumate.

Secondo la tradizione, Carpano avrebbe scelto il Moscato d’Asti come base e aggiunto una miscela di spezie per ottenere un vino dalla forte gradazione, ma dal gusto piacevole, che avrebbe conquistato i palati più raffinati della corte sabauda.

Nel Seicento, in Germania, si produceva già un vino chiamato Wermouth, che veniva aromatizzato con erbe e assenzio, ma la sua produzione era casalinga e veniva consumato solo in occasioni molto particolari.

In Italia, si iniziò a diffondere questa particolare tipologia di vino a partire dal Settecento e soprattutto grazie alla guerra di successione spagnola. Gli inglesi e i portoghesi, infatti, lo apprezzavano per il gusto dolce e gradevole, ma è a Torino che iniziò la vera produzione industriale del  Vermouth e rapidamente questo prodotto si diffuse in tutto il Piemonte, in Francia e nel resto d’Europa.

Torino, capitale del Regno Sabaudo, divenne il centro della produzione e del consumo di Vermouth. I caffè storici, come il Caffè Mulassano, divennero i locali più frequentati dagli intellettuali, dagli artisti e dagli uomini d’affari, che si ritrovavano per gustare un bicchiere di Vermouth, rilassarsi e passare del tempo in compagnia.

Così, in poco tempo, il Vermouth rivoluzionò il mondo dei vini aromatizzati e nacquero numerose varianti, che utilizzavano altri vitigni meno preziosi del Moscato, come il Timorasso, tipico del tortonese, e il Gavi.

Con il passare del tempo, il Vermouth ha conquistato il mondo, diventando un ingrediente fondamentale per molti cocktail classici, tra cui il Martini, il Manhattan e il Negroni, soprattutto grazie alla sua versatilità e alla complessità di aromi.

Dal 1982, il marchio Carpano è distribuito da Fratelli Branca Distillerie di Milano e al primo piano di Eataly, antica fabbrica di produzione di Vermouth, è possibile visitare il Museo Carpano, un allestimento che ripercorre la storia del Vermouth dalle sue origini a oggi e che include anche esperienze e degustazioni molto interessanti.

Quali sono le caratteristiche del Vermouth?

Il Vermouth è un aperitivo aromatizzato, che si ottiene dalla miscelazione di vino, alcol, zucchero e erbe, spezie e radici, che rendono i suoi aromi complessi e i sapori equilibrati. Nella ricetta tradizionale, si utilizzano l’artemisia, la camomilla, i chiodi di garofano, la cannella, la vaniglia e le scorze d’arancia.

Molti Vermouth hanno un sapore dolce, dovuto alla presenza di zucchero nella loro composizione, ma esistono anche versioni secche e meno dolci. Inoltre, alcune spezie danno un leggero retrogusto amaro, particolarmente intenso nelle varietà più tradizionali, che viene però bilanciato dalla dolcezza dello zucchero e dagli aromi di altre erbe e spezie più dolci.

A seconda del vino e degli ingredienti utilizzati nella sua preparazione, il Vermouth può essere bianco, rosso o dorato. Ad esempio, il Vermouth rosso si ottiene aggiungendo caramello o altre erbe, che gli conferiscono questo colore.

In base a quanto previsto dalla legge italiana, la gradazione alcolica del Vermouth deve essere compresa tra il 15% e il 18%, ma può variare in base al produttore e alla ricetta. Grazie a questa sua complessità di aromi e sapori, il Vermouth è un ingrediente molto versatile e può essere consumato da solo come aperitivo o mescolato con altre bevande per creare i cocktail più classici, ma è anche un ottimo ingrediente per insaporire gustosi piatti di carne o pesce.

Il Vermouth: un prodotto da riscoprire

Dopo anni in cui era stato quasi dimenticato, il Vermouth sta vivendo un periodo di vero rinascimento e riscoperta e ormai non si contano più le bottiglie che ogni anno vengono messe sul mercato non solo a livello industriale.

Alcune produzioni artigianali sono diventate davvero preziose e non hanno nulla da invidiare ai più quotati vini piemontesi. Dei veri prodotti da gioielleria, che si avvalgono di vini di altissima qualità e materie prime eccellenti, che regalano sensazioni al palato davvero uniche e particolari.

Bevuto liscio, con ghiaccio o con la classica fettina di arancia o limone da strizzare poco prima di berlo, il Vermouth fa parte della storia dei distillati da secoli e, oggi più che mai, è l’aperitivo piemontese per eccellenza.

Oggi, il Vermouth non è solo un vino da aperitivo, ma un pezzo della nostra storia e della nostra cultura.

La sua miscela di erbe e spezie evoca i profumi delle nostre colline e incarna l’eleganza e il fascino del nostro capoluogo. Chiunque si trovi a Torino non può fare a meno di assaporare un bicchiere di Vermouth, immergendosi così nella storia e nell’atmosfera unica delle nostre tradizioni.

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