Torino è da sempre considerata una città esoterica, ma probabilmente pochi sanno che nell’Ottocento, proprio nel nostro capoluogo, ha vissuto l’unica donna esorcista ufficialmente riconosciuta dalle autorità politiche e religiose di quell’epoca.

Il suo nome era Enrichetta Naum e i registri ecclesiastici di quel periodo raccontano che, oltre a lei e in tutta la città, solamente un altro prelato avesse la facoltà di praticare l’esorcismo.

Secondo le cronache, pare che Enrichetta Naum vivesse a stretto contatto con spiriti e che nel tempo la sua fama sia notevolmente cresciuta grazie a una numerosa clientela, che si affidava a lei non solo in qualità di esorcista, ma anche come guaritrice, in grado di scacciare malattie inspiegabili per i medici di allora.

Una vita semplice, ma molto misteriosa

Enrichetta Naum era una donna dall’aspetto abbastanza insignificante e non molto colta, ma evidentemente con un grande carisma innato con il quale riusciva a influenzare la mente e il corpo di chi si rivolgeva alle sue cure.

Le sue origini sono del tutto sconosciute e le uniche notizie certe sono la sua data di nascita, il 1843, e il fatto che trascorse gran parte della sua esistenza al secondo piano di un edificio in Via Cappel Verde 6, una delle vie storiche del centro di Torino, oggi frequentata da turisti, curiosi e appassionati di esoterismo.

Il nome della via deriva dall’insegna di un’antica locanda completamente scomparsa che raffigurava uno strano copricapo di colore verde e si racconta che l’albergo fosse infestato dal fantasma di una donna che provocava strani rumori, vibrazioni e misteriosi spostamenti di oggetti.

Nonostante l’intervento di un esorcista, venuto in città appositamente da Susa, nessuno riuscì a scacciare il fantasma dalle stanze dell’albergo.

Nella stessa via, si trovava anche un altro albergo, detto delle Tre Picche, che occupava un’abitazione dei Cantori del Duomo e poco distante, in una nicchia, c’era una scultura in pietra raffigurante la testa di un diavolo con le corna dipinte di rosso, che si polverizzò durante i bombardamenti sulla città di Torino nel 1942.

Un ambiente che sembra fatto apposta per Enrichetta Naum, la quale, a partire dall’ultima parte dell’Ottocento, divenne una figura di spicco in città, in particolare per i suoi intrugli misteriosi, che si diceva avessero poteri veramente miracolosi.

I suoi trattamenti erano uno strano miscuglio di credenze popolari, probabilmente tramandate dalle donne della sua famiglia, e profonda devozione alimentata dalla presenza nelle vicinanze di una chiesa e di un antico seminario, nella cui biblioteca erano conservati molti testi in latino sull’esorcismo e i demoni. Inoltre, è decisamente inconsueto per l’epoca che una donna al di fuori del magistero sacerdotale potesse esercitare l’attività di esorcista senza alcuna limitazione.

A causa delle proteste dei vicini per il continuo viavai di persone e i forti rumori provocati dagli esorcismi, Enrichetta Naum e il marito furono costretti a trasferirsi in una mansarda che si affacciava sull’odierna Via Garibaldi, dove la donna continuò a operare gli esorcismi, sebbene fosse affetta da una grave forma di artrosi.

I pettegolezzi attribuivano al marito Gaetano il potere di esorcizzare il demonio, ma nascondendo le sue capacità per non compromettere la sua reputazione e il posto di lavoro presso una fabbrica di candele che riforniva il vicino Seminario.

In realtà, Enrichetta Naum continuò la sua attività di esorcista anche dopo la morte del marito e, anzi, la sua fama si diffuse ulteriormente senza che venisse mai ostacolata dal clero o dai prelati della Chiesa del Corpus Domini, dove solitamente accompagnava i suoi “pazienti” dopo averli liberati dal demonio e dalle malattie.

La sua esistenza terminò nel 1911 all’età di 68 anni e, nonostante la sua fama, l’annuncio della sua morte sulla Gazzetta del Popolo venne dato solo qualche giorno dopo i funerali e passò quasi inosservato, perché avvenne in concomitanza con la Grande Esposizione di Torino, un’importante manifestazione che celebrava la modernità delle nuove tecnologie e la nascita dell’industria nel nostro capoluogo.

Poco tempo dopo, la maggior parte degli edifici dove visse e operò Enrichetta Naum vennero abbattuti, ma Via Cappel Verde venne risparmiata e sembra che ancora oggi il suo fantasma e gli spiriti delle persone che esorcizzò si aggirino tra le mura del suo appartamento, provocando strani rumori e spaventando gli odierni abitanti del quartiere.

Oggi, la casa di Enrichetta Naum in Via Cappel Verde 6 è una tappa obbligata e irrinunciabile per tutti gli appassionati di magia e pratiche esoteriche.

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?  Ritratto di Enrichetta Naum (stock) e portone de “La casa dell’esorcista” in via Cappel Verde 6 (cultor.org)