Cosa vedere a Ivrea in un percorso tra storia e cultura
Ivrea, il cui nome deriva dal romano Eporedia, è una cittadina piacevole e animata, che custodisce un importante passato storico, artistico, culturale e industriale, tanto da essere stata riconosciuta dall’Unesco come Patrimonio dell’Umanità nel 2018 e viene comunemente indicata come il capoluogo del territorio canavesano.
Si trova in una posizione particolarmente strategica sul fiume Dora Baltea e all’imbocco della Valle d’Aosta, e questo l’ha resa, nei secoli, un interessante punto di passaggio e di scambio commerciale. Il suo sviluppo industriale, legato in particolar modo alla fabbrica “Olivetti”, l’ha resa celebre in tutto il mondo, ma la chiusura degli stabilimenti ha inferto un duro colpo all’economia locale e solo negli ultimi anni ha riscoperto la bellezza del suo territorio e la sua vocazione turistica, ospitando eventi di grande interesse.
Un itinerario per scoprire il cuore della città
Il nostro percorso alla scoperta dell’Ivrea più bella e interessante può partire dalla stazione ferroviaria da cui, proseguendo sulla destra si può raggiungere il Borghetto, un piccolo quartiere molto suggestivo che si affaccia sulla sponda destra della Dora Baltea. Anticamente, questo agglomerato di case, era l’unico accesso alla città su questo lato del fiume e aveva il compito di presidiare l’accesso al Ponte Vecchio, che permetteva di oltrepassare la Dora Baltea.
Il Ponte Vecchio è un ponte di origine romana che nel tempo è stato più volte rimaneggiato, ma che ancora oggi conserva l’antica struttura fatta di grandi blocchi di pietra locale. Quando venne costruito, in epoca romana, per consentire l’attraversamento del fiume nel punto più stretto, aveva due arcate asimmetriche che si fondavano direttamente sulla roccia sottostante, ma venne completamente distrutto nel 1704 durante l’assedio francese, e ricostruito nel 1716, con l’aggiunta di una torre di guardia, una copertura e due archi laterali. Raggiunse l’aspetto attuale nel 1830, grazie ad ulteriori lavori di ampliamento.
Una volta attraversato il Ponte Vecchio, sulla destra, si può notare la bellissima fontana dedicata a Camillo Olivetti, fondatore dell’omonima fabbrica. La fontana, sotto cui si nasconde un rifugio antiaereo che fortunatamente non è mai stato utilizzato, venne realizzata nel 1957 dallo scultore Emilio Greco. La struttura poggia su una parete rocciosa verticale, da cui cade una cascata d’acqua larga diversi metri, che si raccoglie in un bacino di forma semicircolare. La scultura è costituita da due parti: un cumulo di pezzi metallici che rappresentano i tasti della macchina da scrivere, molto ingranditi, e un bassorilievo raffigurante il volto di Camillo Olivetti, sospeso su un trave infisso nella roccia.
Proprio accanto alla fontana, si trova Piazza Perrone, con una particolare statua ai cui piedi è stato posto un leone. Tra la piazza e la fontana, si trova Via Riva, leggermente in salita, che porta direttamente in Via Arduino, una delle arterie storiche della città. Percorrendo questa strada in discesa, si entra nel cuore più autentico della città, con i suoi edifici storici, i locali e le attività più interessanti.
Alla fine della discesa, si arriva a Piazza di Città o Piazza Ferruccio Nazionale, dove ha attualmente sede il Municipio, che si trova sullo sfondo ed è facilmente riconoscibile per l’alto campanile e la lunga balconata sulla facciata, da cui il sabato sera di Carnevale di Ivrea si affaccia la Mugnaia, il personaggio più importante della manifestazione. Ivrea ha un profondo rapporto con il Carnevale, che non è solo un momento di puro divertimento, ma una vera rievocazione storica delle vicende della città e del suo antico passato.
Da Piazza di Città, si può proseguire su Via Palestro, la strada più amata dagli eporediesi, e poco più avanti sulla sinistra si può ammirare la piccola Piazza Santa Marta, con la sua chiesetta sullo sfondo, oggi utilizzata per eventi, mostre e convegni. Andando ancora avanti, si raggiunge Piazza Ottinetti, una grande piazza a pianta rettangolare circondata da un bellissimo porticato, un tempo utilizzata come distretto militare. Alla fine di Via Palestro, si arriva su Piazza Balla e andando sulla sinistra si può raggiungere la parte più antica della città con il Duomo e il famoso Castello.
Dal Duomo all’Anfiteatro Romano, un percorso nella storia di Ivrea
Il Duomo d’Ivrea, dedicato a Santa Maria Assunta, si erge sulla parte più alta della città accanto al Palazzo Vescovile, a cui è collegato con un passaggio coperto, e al caratteristico Castello. La sua storia millenaria è testimoniata dalle antiche strutture romaniche, che col tempo sono state più volte rimaneggiate aggiungendo particolari rinascimentali e barocchi.
Gli scavi archeologici avvenuti in questa parte della città hanno rinvenuto numerosi reperti, che permettono di ritenere che sull’altura fosse stato edificato un tempio romano, databile intorno al I secolo a.C., che venne trasformato in chiesa cristiana nelle epoche successive e infine in cattedrale, quando venne istituita la diocesi di Ivrea nel V secolo d.C.
Il Castello di Ivrea si trova dietro il Duomo ed è un imponente edificio di mattoni, che predomina sulla città e sulla principale via d’accesso alla Valle d’Aosta. Venne costruito nel XIV secolo per volere di Amedeo VI di Savoia, detto il Conte Verde, accanto alle sedi principali del potere politico e religioso della città. Successivamente, una volta terminata la sua funzione difensiva, divenne una raffinata residenza della Famiglia Savoia, ma tra il XVI e XVII secolo riprese la sua funzione difensiva e venne completamente ristrutturato. Nel 1676, a causa di un fulmine, la torre a nord ovest, che conteneva un deposito di munizioni, venne abbattuta e mai più ricostruita. Dal 1700 l’edificio venne adibito a carcere, mantenendo tale funzione fino al 1970, quando venne edificato il nuovo carcere alle porte della città. Attualmente, il Castello è di proprietà demaniale, in concessione al Comune di Ivrea, che lo apre al pubblico solo in particolari occasioni.
Da Piazza Castello si può ridiscendere verso Via Palma, una delle più caratteristiche della città, un tempo sede del ghetto ebraico.
Da qui si può ritornare su Piazza di Città e continuare verso il Lungodora, che costeggia la sponda sinistra del fiume. Continuando a passeggiare sulla sinistra, si raggiungono i Giardini Giusiana, dove si innalza la Torre romanica di Santo Stefano, uno dei simboli della città e sulla sinistra non si può non notare l’originale struttura del Centro Congressi La Serra. Questo singolare edificio a forma di macchina da scrivere venne progettato dagli architetti Iginio Cappai e Pietro Mainardis dopo la morte di Adriano Olivetti. Infatti, viene considerato l’ultima costruzione dell’utopia olivettiana. Per molti anni è stato un hotel di lusso, sala congressi, piscina e sede di attività commerciali, ma ora si trova in uno stato di degrado e il Comune di Ivrea sta cercando di acquisirlo per riqualificarlo completamente.
Attraversando la strada e proseguendo sulla trafficata Via Massimo d’Azeglio, si esce dal centro cittadino fino a raggiungere Corso Vercelli, dove dietro le arcate di un palazzo piuttosto moderno, si può ammirare l’anfiteatro romano d’Ivrea, costruito intorno alla prima metà del I secolo a.C. sulla strada per Vercelli. L’anfiteatro, dalla forma ellittica, in epoca romana doveva contenere circa diecimila persone e venne scoperto durante opere di scavo nella metà degli anni Sessanta. La struttura è visibile dall’esterno e dall’interno solo in particolari occasioni durante l’anno.
Da qui, ripercorrendo il percorso a ritroso, si può ritornare al punto di partenza e magari cogliere l’occasione per un’ulteriore sguardo sulla città o per rilassarsi, gustando la famosa torta Novecento, i biscotti canavesani o i grappini al rhum tipici dell’eporediese.