Le origini del Monferrato tra storia, mito e leggenda
Il Monferrato è uno dei territori più affascinanti e suggestivi del Piemonte. Per la maggior parte, è ricoperto da dolci colline e vigneti prestigiosi che si stendono tra le province di Asti e Alessandria, occupando tutto lo spazio che dalla sponda destra del Po arriva fino ai piedi dell’Appenino Ligure, toccando l’area metropolitana di Genova e il savonese.
Dal 22 giugno 2014, il Monferrato, insieme al Roero e alle Langhe, è entrato a far parte della lista dei beni Patrimonio dell’Umanità UNESCO per la straordinaria bellezza dei suoi paesaggi e la sua importanza per la storia, l’arte e la cultura mondiale.
Per quanto riguarda l’origine del toponimo, nel corso dei secoli sono stati moltissimi gli studiosi che hanno tentato di formulare ipotesi legate a eventi storici, personaggi o caratteristiche del territorio, ma al momento nessuna interpretazione è convalidata da documentazione storica e, in alcuni casi, la leggenda ha prevalso sulla realtà dei fatti.
L’ipotesi di un’origine latina
Una delle tesi più accreditate sull’origine del toponimo “Monferrato”, ma mai veramente confermata, è quella proposta da Aldo di Ricaldone (1935-2002). Secondo il giornalista e scrittore monferrino, il nome deriverebbe dalla parola latina “far”, ovvero farro, un cereale molto diffuso in questa zona del Piemonte e in molte altre parti d’Italia per la facilità con cui si poteva coltivare in terreni umidi senza che fossero necessarie cure particolari.
Secondo lo scrittore, il Mons Pharratus identificherebbe un “monte ricoperto di campi di farro”, che i contadini si preoccupavano di coltivare, raccogliere e tostare per ottenere un’ottima farina per la puls, una particolare polenta che veniva normalmente consumata dalle famiglie più povere.
Questa ipotesi viene sostenuta anche dal prof. Geo Pistarino (1917-2018), docente dell’Università di Genova, secondo il quale il termine Monferrato deriverebbe da mons ferax, nel senso di “area messa a frutto, coltivata”. Sembra infatti accertato che in età tardo-carolingia e imperiale l’economia rurale monferrina visse un periodo particolarmente prospero, grazie alla presenza di numerosi monasteri e al periodo di pace e abbondanza, dopo anni di guerre e battaglie per il controllo del territorio.
Roberto Pizzighello Pizzi a Vignale Monferrato (AL), dal gruppo Facebook Gite Fuori Porta in Piemonte
La leggenda di Aleramo
Una delle leggende più conosciute e diffuse sull’origine del Monferrato narra che il nobile Aleramo, gentiluomo di stirpe germanica, si innamorò della bella Alasia, figlia dell’imperatore Ottone, il quale contrastava la loro relazione con ogni mezzo possibile.
I due giovani decisero così di fuggire verso la Liguria, ma dopo qualche tempo l’imperatore li perdonò e promise ad Aleramo che gli avrebbe consegnato tutta la terra che sarebbe riuscito a circoscrivere in tre giorni di cavalcata.
Aleramo non si lasciò sfuggire l’occasione e, dopo aver ferrato il suo cavallo con l’aiuto di un mattone, partì per una corsa sfrenata tra le colline del Basso Piemonte, delimitando l’area dell’odierno Monferrato. Dai termini piemontesi mun (mattone) e frà (ferrare), avrebbe avuto origine il toponimo “Monferrato”o “Munfrà” in dialetto piemontese.
Questa ipotesi piuttosto fantasiosa venne ripresa nel 1883 da Giosuè Carducci nel suo articolo Gli Aleramici (leggenda e storia) pubblicato su La Nuova Antologia nel dicembre di quell’anno.
La dominazione longobarda
Una delle poche certezze che si hanno sul Monferrato è che nei secoli sia stato sottomesso a diverse popolazioni di origine germanica, tra cui i longobardi, come dimostrano i molti toponimi che terminano con il suffisso -ango, engo e ingo.
La fara, ovvero una sorta di clan famigliare che poteva avere anche funzioni militari, rappresentava la base socio-amministrativa delle comunità longobarde. Secondo l’interpretazione di alcuni studiosi, il toponimo potrebbe essere derivato dall’unione del termine latino mons con il longobardo fara, che sarebbe andato a indicare un “monte occupato da popolazioni barbare”. In effetti, quando i longobardi divennero stanziali in queste zone, costruirono villaggi e si dedicarono alla coltivazione dei campi.
Sull’origine germanica del toponimo si è espresso anche Galeotto del Carretto, autore nel 1493 della Cronica degli Illustrissimi Principi et Excellentissimi Marchesi di Monferrato. In questo trattato egli afferma che il termine deriverebbe da Aysembergo, una località della Sassonia da cui sarebbero giunti i Marchesi di Monferrato.
Per giustificare la sua idea, Galeotto del Carretto afferma che “volendo Aysembergo interpretare / di ferro monte vol significare”, perciò il termine “Monferrato” sarebbe nato dalla traduzione letterale di Eisen (“ferro”) e Berg (“monte”). Questa interpretazione non tiene conto del fatto che di località chiamate “Eisenberg” o Isenberg in tutta la Germania ne esistono almeno sette, ma nessuna di esse si trova nella regione della Sassonia.
Francesca Scarcelli nell’Alto Monferrato, dal gruppo Facebook Gite Fuori Porta in Piemonte
La presenza di ferro e materiali ferrosi
Il ferro ricorre spesso nelle leggende sull’origine del Monferrato. Una delle più popolari racconta di un misterioso fabbro, particolarmente abile nella sua arte, la cui bottega si trovava nei pressi dell’odierno Santuario di Crea.
Secondo un altro autore, il nome avrebbe tratto origine da una sanguinosa battaglia, che lasciò sul terreno una grandissima quantità di armi e frammenti in ferro. Da questo episodio sarebbe nata la definizione di “monte ricco di ferro”, ossia Mon-ferrato.
Infine, secondo altri, le colline monferrine sarebbero particolarmente ricche di vari minerali ferrosi, utilizzati in epoca medievale dalle moltissime botteghe della zona, chiamate “ferrariae” o ferriere, spesso collegate ai numerosi monasteri della zona situati sui mons fratrum, cioè “monti dei frati”.
L’ultima ipotesi
Il professor Olimpio Musso, originario di Casale Monferrato e noto esperto di etimologie dialettali, in una conferenza tenuta a Moncalvo alcuni anni fa, affermava che il nome Monferrato farebbe riferimento al piccolo paese di Montferrat d’Isere, che si trova a poca distanza da Grenoble, dove un tempo esisteva una contea appartenuta a Guglielmo, padre dello stesso Aleramo raccontato nella leggenda, da cui avrebbe avuto origine la stirpe degli Aleramici.
La conformazione geografica del territorio francese assomiglia molto al Monferrato e ciò che più ha stupito lo studioso è che gli abitanti di Monferrat si chiamano monfrinos, un termine che ricorda molto l’aggettivo italiano “monferrino”, facendo pensare che non si tratti affatto di una pura coincidenza.
Un’ulteriore conferma che esisterebbe un legame tra il paesino francese e l’area del Monferrato è che questa contea viene definita sui documenti come “une comtè sans comte”, il ché farebbe supporre che Guglielmo abbia lasciato in eredità al figlio il paesino ben prima che diventasse marchese e si stabilisse nelle terre piemontesi.
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Foto di copertica di Giovanni Ferri, dal gruppo Facebook Gite Fuori Porta in Piemonte